BREXIT NON SEMBRA SPAVENTARE IL MERCATO DEL PETROLIO

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Il petrolio non sembra soffrire la Brexit. Le contrattazioni del barile si sono riportate sopra quota 50 dollari al barile, valore che si era raggiunto e superato nei giorni antecedenti al referendum del popolo britannico. La seduta si è chiusa a quota 50,61 $, con un rialzo del 4,2%, pari a quello messo a segno dal Wti, che ha invece concluso a 49,88 $.

La diminuzione del dollaro e la seppur lieve risposta dei mercati sembra aver aiutato le quotazioni dell’oro nero. I Segnali di rialzo si sono visti sia suigli scambi a breve ma sopratutto sui future, segno che il mercato è sempre più convinto del progressivo miglioramento della situazione globale della domanda.

Ad incoraggiare le aspettative sul riequilibrio tra domanda e offerta sono intervenute le statistiche Eia: le scorte di greggio Usa sono diminuite per la sesta settimana consecutiva e di ben 4,1 milioni di barili, il doppio del previsto. Sicuramente le stesse rimangono sempre molto alte ma hanno invertito la caratteristica che ha distinto la fine dell’anno scorso, in cui la tendenza al rialzo segnava ogni mese nuovi record.

Sicuramente a far da traino all’aumento dei prezzi contribuisci anche la contuinua diminuzione della produzione di greggio Usa che è ai minimi da settembre 2014.

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